
Siamo arrivati alla quarta puntata della nostra rubrica dedicata ai cycling influencer italiani.
Vi abbiamo parlato di ciclismo su strada, con Daniele Bozzoli e Nicole D’Agostin, e abbiamo scoperto il mondo dell’avventura su due ruote grazie a Fabio Corbellini.
Oggi vi portiamo alla scoperta del Triathlon, grazie ad uno dei volti più conosciuti della triplice sui social network: Alessandra Fior!
Ciao Alessandra, parlaci un pò di te!
Ciao sportivi! Sono Alessandra Fior, in arte alessandra.fior.tri e sono una triathleta amatoriale Veneta. Sono appassionata di sport da sempre, ma lo pratico da pochi anni: ho mosso i miei primi passi con il trail running quando avevo già 30 anni!!!
Ho scoperto il Triathlon nel 2016 e solo dopo pochi mesi ho ottenuto il titolo di Campionessa Regionale Veneto Sprint di categoria. Un meraviglioso benvenuto da un mondo che sembrava non appartenermi, non avendo mai allenato ne mente ne fisico in nemmeno una singola disciplina…e l’anno scorso il mio primo Ironman Full Distance a Cervia!!!

Running, nuoto o cycling: quale frazione del Triathlon preferisci e perché?
Difficile stabilire quale sia la frazione che preferisco dato che tutte sono in grado di regalarmi emozioni diverse. Partendo dal presupposto che, oltre allo sport, amo la natura, ogni singola disciplina mi consente di viverla, osservarla ed ascoltarla, su…”frazioni/frequenze” diverse!!!

Come hai mosso i primi passi nel mondo del Triathlon?
Mi sono dedicata al Triathlon per puro caso. Nonostante il desiderio di praticare sport sin da piccola, mi ci sono avvicinata solo dopo aver conseguito due lauree e dato alla luce mio figlio Filippo, che ora ha 10 anni. La corsa è stata la prima frazione esplorata, poi c’è stato il nuoto, scoperto esclusivamente perché accompagnavo mio figlio ad un corso di acquaticità. Il semplice osservare il gesto atletico da parte di nuotatori esperti che frequentavano l’impianto natatorio, ha suscitato in me la curiosità di cimentarmi in questa disciplina. Così iniziai a nuotare. La bici? Mi fu regalata per la nascita di Filippo, per le 33 ore di travaglio…era un peccato non renderle onore. E la tripletta fu…”tratta”!
Sei diventata un’influencer e un punto di riferimento per tantissime persone che amano questo sport. Come hai iniziato?
E’ successo tutto per caso. Ho iniziato anni fa documentando le mie avventure sportive wild (trail running in solitaria immersa nei single track della meravigliosa area pedemontana veneta) postando dei video su Facebook. Solo di recente ho attivato un profilo su Instagram, arricchendolo di contenuti sportivi che comprendono work out e competizioni, nonché Storytelling di brand di cui sono Ambassador (Pinarello, Scicon, Tyr, SelleItalia, Enervit, etc.)
Meglio instagram o le competizioni?
Dovendo scegliere, sicuramente le competizioni. Adoro programmare le gare della stagione con il mio coach, seguire pedissequamente le sue tabelle, ottimizzare le giornata per viverle appieno e dedicarmi al contempo a mio figlio ed al lavoro, testare abbigliamento e/o attrezzature sportive, viaggiare e scoprire l’Italia e l’estero attraverso le avventure sportive cui parteciperò. Conseguentemente adoro condividere tutto ciò con i miei Follower. L’obiettivo è sempre quello di trasmettere la mia indescrivibile passione in ogni singolo post.
Il lato più bello e quello più brutto del tuo lavoro?
Sono un’ Igienista Dentale libero professionista ex Docente Universitaria. L’aspetto positivo della mia professione sta nel ricercare continuamente un rapporto professionale ed empatico con il paziente, dovendo interagire necessariamente con diverse personalità. L’aspetto negativo, essendo amante del movimento e degli spazi aperti, sta nella staticità alla quale lo stesso mi costringe per ore, anche 10/11h al giorno a volte.
Dove ti vedi tra 10 anni? e tra 20?
Tra 10/20 anni mi vedo senz’altro immersa nella mia meravigliosa passione. Al momento sto pensando/sognando una qualche sfida sportiva estrema che vorrei vivere attorniata da una natura fascinosa. Senz’altro investirei così la resistenza/resilienza che accresce con il passare del tempo.

Consiglieresti ad un giovane atleta di lavorare sulla propria comunicazione attraverso le piattaforme social?
Perché no? Raccontare la propria passione sportiva e tutto ciò che gravita attorno alle competizioni (programmazione stagione, allenamenti, planning giornaliero degli stessi con i vari impegni famigliari/lavorativi e/o scolastici, etc) attraverso i social, può essere d’ispirazione e di stimolo per molti. Per di più ritengo che lo sport rappresenti un’ottima metafora di vita. I messaggi incoraggianti, positivi, che veicolano caparbia, determinazione e inesausta volontà di volercela fare, vanno incoraggiati.
