L’INFLUENCER DEL MESE: FRANCESCA GIANI

Sesto appuntamento con la rubrica di BikeLikeThis dedicata ai Cycling influencer italiani!
Oggi vi presentiamo Francesca Giani! 34 anni, innamorata fin da bambina delle due ruote, attenta alla mobilità sostenibile e al binomio donna e uomo in bicicletta.

Ciao Francesca, presentati e parlaci un po’ di te e di come nasce la tua passione per la bici!

Mi chiamo Francesca ho 34 anni e attualmente vivo sul lago di Como, ma sono cresciuta a San Fermo un paesino a pochi km dalla città dove ho coltivato l’inizio e l’amore per il ciclismo.

Fin da bambina la passione per le corse e i corridori, che andavo a vedere sfrecciare sulle strade di casa durante il Giro di Lombardia. Ero affascinata da un Pirata che correva in bicicletta, Marco Pantani. Quando lo vedevo scattare in salita mi faceva sognare.

La bicicletta è sempre stato il mio gioco preferito; avevo un amico che correva in bici e ricordo che quando lo vedevo andare via con il padre ad allenarsi, provavo un po’ di invidia. Nella mia famiglia il ciclismo si seguiva solo in televisione, nessuno lo ha mai praticato. I miei genitori con l’arrivo dell’unica figlia femmina, hanno optato per farmi praticare sport diversi. Nuoto, ginnastica ritmica, Funky aerobica che ho intrapreso a livello agonistico fino all’età adolescenziale. Mi è sempre piaciuto ballare, ma sentivo che quello non era il mio sport.

Quando da ragazzina feci le mie prime gite in MTB insieme al mio fidanzato, mi sono innamorata delle due ruote, mi facevano sentire libera e felice. Cosi nel 2012 dopo essermi laureata in Pedagogia, chiesi alla mia famiglia come regalo di Laurea una bici da corsa. Volevo coronare il sogno della mia libertà a pedali, fatta non più di weekend trascorsi sui libri, ma in compagnia di quelle ruote sottili che per tanto tempo avevo sognato.

Salendo finalmente sulla mia prima bici da corsa, ho sentito una gioia cosi grande che non sono più voluta scendere, trasformando il mio tempo libero e facendo diventare la bicicletta il mio stile di vita.

Da un lavoro come ricercatrice universitaria nel campo della media education mi sono trovata catapultata nel mondo del ciclismo. Ad oggi sono responsabile di uno store di Santini in Svizzera e collaboro per diversi brand come Influencer non solo nel ciclismo, ma anche nel running.

Attraverso le tue piattaforme social sei diventata un punto di riferimento per molti atleti ed appassionati. Come è nato questo meccanismo? E’ stata una scelta?

Ho sempre adorato condividere la mia passione per la bici su FB, lo facevo già da ragazzina e ricordo che allora molti amici mi prendevano in giro: Il ciclismo è uno sport da ragazzi! Dicevano. Effettivamente faticavo a trovare equipaggiamento adeguato e mi vestivo con indumenti da ragazzo. Poi negli anni l’arrivo sempre più delle donne in bici e con loro anche una scelta più ampia di kit femminili e colorati.

Ho iniziato ad aumentare la mia attività social proprio quando ho incominciato a lavorare per Santini. Su suggerimento di un collega, mi sono trovata a condividere su Instagram questa mia passione e mi sono resa conto che già diverse ragazze facevano lo stesso.

La bici oltre che a darmi un lavoro, mi ha portata a conoscere  un sacco di persone, soprattutto durante i miei allenamenti così da trovarmi a pedalare in compagnia di diversi corridori professionisti, come Luca Chirico, corridore dell’Androni diventato mio amico tra una pedalata e l’altra grazie al quale mi sono trovata spesso a pedalare in compagnia di Aru, Ulissi, Gasparotto, Pozzovivo, Cataldo e Nibali come se fossero i miei compagni di allenamento.

La bici ha un potenziale di aiutare le persone nell’allacciare rapporti, davvero incredibile. Ogni differenza d’età, genere, si annullano molto più facilmente. Ci si sente tutti allo stesso livello, ci si saluta, si sta insieme e ci si diverte.

È bellissimo pedalare con chi del ciclismo ne ha fatto la propria professione. Adoro quando sono in compagnia dei corridori, le soste al bar insieme a loro che generalmente non sono brevi, anzi, si mangia, si beve molto più di quanto mi sia capitato fare con amici amatori e tra caffè e qualche pasticcino (anche loro non si tirano indietro) mi piace ascoltare tutti i retroscena che raccontano del loro lavoro, sfumature che in tv o nelle interviste è difficile venire a sapere.

Sapevamo che spesso ti alleni con Nibali. Non possiamo non chiederti un aneddoto…

Ricordo una mattina della scorsa estate. Ero su una salita in direzione Pigra, località della Valle d’Intelvi in una posizione panoramica sul lago di Como. Ad un certo punto sento delle bici arrivare alle mie spalle. Erano Vincenzo e Cataldo che riconoscendomi mi hanno salutata e aspettata. Era una giornata di “riposo” per loro e vedendomi in giro da sola sono stati un po’ con me, chiedendomi dove stessi andando decisero di accompagnarmi. Vincenzo non conosceva il belvedere, cosi decise di seguirmi per vederlo.

Quando siamo arrivati, stupito dal bellissimo panorama ha iniziato a scattare foto dicendomi che voleva condividere quella bellezza con suo papà. Ho trovato semplice e meraviglioso questo momento. La bici non è solo watt e velocità, ma è fatta anche di momenti semplici, di condivisione e relax, anche per loro.

Il viaggio più bello che hai fatto con la tua bici?

Sono diverse le mete e i luoghi che ho visitato grazie alla bici. Uno tra i più belli una due giorni in e-Bike visitando l’Algarve, la regione più a sud del Portogallo. È stato divertente perché ho scoperto quanto l’utilizzo di una pedalata assistita può aiutare anche chi è allenato a visitare un luogo e a condividere al meglio questa esperienza anche con persone con allenamento differente. Visitare una località con la bicicletta è molto diverso che farlo in macchina. La sua velocità più lenta e il contatto con la natura ti permettono di scoprire ancora meglio la geografia di un territorio, i suoi profumi e sapori che ti rimangono talmente impressi che te li ricordi anche a distanza di tempo quando ripensi al viaggio.

Dove ti vedi tra 10 anni? e tra 20?

Se dovessi pensarmi tra 10 anni mi vedo a condividere con mio marito e nostro figlio/a la passione per il ciclismo. Essendo attualmente al quinto mese di gravidanza, fantastichiamo insieme su come fare per poterlo appassionare e seguire in questo sport. Tra 20 anni spero che questa passione non sia finita per potere continuare a divertirmi e rilassarmi come ho sempre fatto, magari ancor di più con mio marito Fabio, anche lui ciclista appassionato, ma attualmente molto impegnato. Fabio lavora sia come medico Rianimatore che come medico della federazione sportiva e da 11 anni ormai si occupa della gestione sanitaria di grossi eventi sportivi tra cui le corse di RCS come il Giro d’Italia.

Consiglieresti ad un giovane atleta di lavorare sulla propria comunicazione attraverso le piattaforme social?

Consiglieri assolutamente a qualsiasi giovane atleta o appassionato di condividere le proprie esperienze sui social, per motivare altra gente ad avvicinarsi all’utilizzo consapevole della bicicletta. Un punto fondamentale per me, nella mia attività da influencer, è quello di sensibilizzare le persone all’utilizzo consapevole della mobilità sostenibile, specialmente nel periodo storico che stiamo affrontando, dove l’inquinamento sta danneggiando visibilmente il nostro pianeta. Una mobilità che deve essere prima di tutto rispettosa e consapevole. Purtroppo ho avuto modo di testare sulla mia pelle la pericolosità delle nostre strade, quando un automobilista distratto non vedendomi arrivare ha svoltato davanti a me, tagliandomi la strada. Fortunatamente, per il tipo di impatto, aldilà di avere distrutto la bici e riportato qualche frattura, mi è andata bene.

La sicurezza stradale è un tema che voglio portare avanti, soprattutto perché grazie alla mia esperienza ho capito quanto noi ciclisti siamo fragili sulle nostre strade.

Altra tematica fondamentale il binomio donna e uomo in bicicletta. Anche attraverso il mio lavoro incontro spesso ragazzi che tentano di avvicinare la propria ragazza o amica alle due ruote. Se un tempo gli uomini preferivano pedalare solo tra di loro, ora non è più cosi. È una tematica che vorrei continuare a portare avanti con il mio amico ex professionista Alessandro Vanotti insieme a TREK, brand con il quale entrambi collaboriamo. Alessandro è proprio l’esempio di come la bicicletta può creare legami tra uomo e donna e farne nascere progetti, pedalate e idee nuove. Non c’è competizione, rivalità… ma una bellissima amicizia.

Come donna e futura mamma, consiglierei a qualsiasi persona di avvicinarsi a questo sport. Pedalare mi ha aiutato nella vita ad affrontare un sacco di problemi guardando il mondo in un’altra prospettiva. Ho sconfitto l’ansia che da ragazza ogni tanto mi creava qualche problema nelle relazioni con gli altri e ora in gravidanza, ho sentito beneficio contro nausee e mal di testa.

Salendo in bici tutto magicamente passa e dal malessere spesso si genera entusiasmo ed energia.