
E’ giunto il momento della seconda puntata dell’Influencer del mese di Bike Like This! Dopo averci raccontato la storia di Daniele Bozzoli, oggi vi sveliamo gli aneddoti e le aspettative sul futuro di una giovanissima cycling influencer, Nicole D’Agostin!
Ciao Nicole, raccontaci chi sei!
Ciao a tutti, mi chiamo Nicole D’Agostin, ho 21 anni e vengo dalla provincia di Treviso, in Veneto! Pratico ciclismo a livello agonistico da quando ho 6 anni. Ora però non è più solamente sport. Col passare del tempo è diventato un “piccolo” lavoro, perciò la determinazione e l’impegno è aumentato esponenzialmente davvero grande. Su Instagram sono conosciuta come una “patriota number one” della mia terra d’origine, visti i miei video (principalmente in dialetto veneto).

Hai scelto di diventare una cycling influencer o è stato un passaggio naturale dettato dalla tua attività agonistica?
Francamente è stato un passaggio naturale. Ho iniziato per caso a pubblicare storie di quello che facevo parlando delle mie gare, degli allenamenti e della mia vita quotidiana. Tutto in modo molto semplice e scherzoso. Forse è proprio questo che ha “colpito”. Io sono fatta così, sono naturale e diretta.
Un giorno su Instagram ho iniziato a seguire il mio attuale manager, l’avvocato Filippo Martini, che mi chiese se per caso fossi una “influencer”. Io risposi prontamente di “no” (quasi non sapevo cosa significasse e quale attività svolgesse un influecer)
Io ero semplicemente Nicole D’Agostin. Poi però, con il passare del tempo, alcune aziende hanno iniziato ad interessarsi al mio profilo. Ed è proprio così che è nato tutto. Oggi posso vantare collaborazioni con importanti aziende come Life Code, Scicon, Globus, GripGrab ed ho in cantiere molte proposte che spero di concretizzare quanto prima.
Come sei passata quindi dall’essere “solo” Nicole D’Agostin ad essere una testimonial e cycling inflencer? Come hai mosso i primi passi?
I primi passi li ho mossi da sola e, onestamente, facevo un po’ tutto a caso. Poi, quando ho visto che la cosa prendeva piede, anche grazie alla conoscenza che avevo fatto con il mio attuale manager, ho iniziato a consultarmi anche con lui per alcune proposte più complesse o da vagliare con maggiore attenzione. Vedo che i risultati ci sono. Ad esempio, ho concluso da poco una bellissima campagna con Mediolanum.

Tutto questo non ha tolto del tempo alla tua attività sportiva? Cosa preferisci, instagram o le competizioni?
Tra Instagram e le competizioni preferisco senza dubbio le competizioni in quanto le reputo il lavoro per cui finora davvero ho investito davvero tutta me stessa. Mi piace faticare in gara, confrontarmi con le colleghe e avversarie e certamente provare a togliermi qualche soddisfazione nel mondo del professionismo. Sono ancora giovane, questo è vero, ma è bello vedere i miglioramenti che ottengo anno dopo anno. Instagram per il momento è solamente un contorno. Però … non si sa mai in futuro cosa potrà succedere. Magari riuscirò a togliermi anche qualche soddisfazione in questo contesto.
Il lato più bello e quello più brutto del tuo lavoro?
Il lato più brutto in questa fase del versante “ciclismo” è non vedersi tra le migliori negli ordini d’arrivo (come ero abituata da Junior). Per l’aspetto “social”, il lato più brutto è vedere come certe persone (spesso dei fake) si pongono contro di te a prescindere, talvolta anche con maleducazione e senza ragionare sul merito degli argomenti ma per il semplice gusto di farlo. Parlando di aspetti positivi, nel ciclismo professionistico il lato buono è imparare a conoscere i propri limiti e misurarsi sempre con essi, visitare posti nuovi e imparare anche lingue straniere (nel mio caso ho affinato lo spagnolo). Diciamo che il ciclismo è un vero e proprio paradigma della vita, con i suoi alti, bassi, vittorie, sconfitte, salite faticose e discese vertiginose. Come influencer l’aspetto positivo è poter trasmettere quello che fai agli altri. Quando ti fermano per strada dicendo “mi fai morire dal ridere con i tuoi video” confesso che è una sensazione piacevole. Crescendo ho imparato anche ad apprezzare altri aspetti. Ad esempio a percepire l’importanza del comunicare bene, tenendo conto che moltissime persone ti vedono e valutano quello che fai e dici dal “loro punto di vista”. Questo mi ha portata a voler trasmettere sempre più contenuti sani, intelligenti e veritieri … oltre a quelli più goliardici, ovviamente. E’ una bella responsabilità ma al tempo stesso è coinvolgente e appagante.
Cosa rappresenta per te la bici?
Per me la Bici non è solo lavoro. E’ il mio rimedio per l’ansia, il mio sfogo e il mio “giocattolo” preferito. Lo è sempre stato. Lì sopra do il meglio di me stessa anche se non nego il fatto che a volte è riuscita a farmi soffrire!
Dove ti vedi tra 10 anni? e tra 20?
Non sono una ragazza che guarda molto avanti e sto molto con i piedi per terra prendendo e vagliando bene le occasioni quando arrivano. Tra 10 anni ne avrò 31 ed è un’età importante. Spero di aver raggiunto i miei obbiettivi e di poter trovare un lavoro che mi permetta di vivere tranquillamente. Tra 20 anni … non ci voglio pensare, è davvero troppo presto!
Consiglieresti ad un giovane atleta di lavorare sulla propria comunicazione attraverso le piattaforme social?
Assolutamente si. Ora molta parte della comunicazione e del futuro di essa passa da qui. Bisogna imparare a comunicare e a persuadere le persone che ti seguono senza annoiare e proponendo contenuti diversi, originali e mai banali. Non è una cosa semplice come sembra e, anche per questo, consiglierei a chiunque di rivolgersi a un professionista in grado di consigliarti e suggerirti nelle situazioni più complicate.
Grazie mille Nicole! A presto!
L’appuntamento con il cycling influencer di Bike Like This torna giovedì 26 marzo!
